Ale87tv
08-06-2014, 19:08
eccomi qua... dato che ho sia il dolce che un nanetto marino ho fatto alcune considerazioni nel tempo, parlando sia con l'una che con l'altra parte, a livelli seri (tralasciamo in questa analisi la massa di idioti che fanno le cose da culo, parliamo dei due mondi a livelli di appassionati seri) i due mondi presentano differenze sostanziali... ma che devono divenire secondo me un'occasione di crescita e non di monito o morale... (a me della morale frega poco niente, meglio parlare di aspetti scientifici). Ecco a quello a cui sono arrivato, sintetizzato nella frase "il dolce non deve fare la morale al marino, ma il marino potrà (il futuro non è casuale) impararare dal dolce"
Pesci/organismi di riproduzione vs cattura
Nel dolce ci si fregia spesso di avere o pesci di riproduzione o pesci di cattura ma che verranno riprodotti in vasca e diffusi; in entrambi i casi comunque si punta al minor prelievo in natura. E molti dolci accusano il mondo marino di prelevare troppo in natura, di togliere i pesci dal loro habitat. Ora anticipando il fatto che il pesce non percepisce la cattività (ne parlerò al punto successivo), il problema può essere di prelievo intensivo dall'ambiente naturale (cosa che avviene anche nel dolce per alcune zone). Perchè il dolce non può permettersi una tale accusa a cuor leggero? perchè è facile parlare con un'infinità di specie dolci di riproduzione a disposizione, nel dolce il selvatico lo devi cercare, nel marino è la riproduzione la cosa rara (correggetemi se sbaglio, ma la diffusione di pesci di riproduzione riguarda solo Amphiprion, kauderni, e Sinchyporus nel marino). Non penso che tutti i dolci nella situazione del marino mantengano la loro integrità emoticon-00103-cool un punto di partenza potrebbe essere quello di preferire, per i neofiti, pesci di riproduzione, per poi passare agli esemplari di cattura quando si è più consapevoli di quello che si fa.
Rispetto delle esigenze del pesce
Un pesce, qualora vi si rispettino esigenze di spazio, allestimento, alimentazione, valori, e socialità non si rende conto di non essere in natura. Perchè non ha la neocorteccia, la parte del cervello che può elaborare pensieri più complessi. E lo dimostra il fatto che cresce come in natura, mostra gli stessi comportamenti, si riproduce. Nel dolce è una cosa che poniamo alla base della pianificazione della vasca. Perchè? Perchè farlo è facilissimo. Abbiamo una scelta di specie che ci consente di scegliere quella più adeguata (ricordo che i pirla non sono contemplati in questa discussione), abbiamo moltissime informazioni sugli ambienti di vita dei nostri pinnuti, alleviamo specie che comunque in natura vivono in spazi confinati e non in acque aperte, che non si spostano di molto durante la loro vita, a meno che non vi siano costretti. Con tutte queste premesse, nel dolce soddisfare le esigenze dei pesci è molto semplice, quasi elementare. Ma nel marino? nel marino sono cazzi... gli spazi, per quanto non di mare aperto sono molto meno confinati. Se ne conosce di meno, e la scelta di specie, per quanto aumenti con il tempo, è ancora molto limitata rispetto al dolce. Per cui anche in questo caso il dolce è molto avvantaggiato rispetto al marino, ma proprio questo non deve essere un motivo di monito, ma un'opportunità per il mondo marino, nel lungo lungo periodo, di puntare a specie che nelle vasche stiano come in natura, man mano che queste possono essere disponibili nell'hobby e andando a scartare quelle che si dimostrano inadeguate.
Imitazione della natura
Anche qui il dolce imita più la natura, il marino punta più all'artificialità e alla tecnica. Bene... ma perchè? perchè mentre il dolce anche in natura è un sistema a scambi abbastanza limitati (uno stagno chiuso, funziona come una buca di un torrente o come una pianura allagata ) grazie alle piante e al fondo, un reef in natura è collegato con scambi impressionanti come quantità e frequenza con una serie di ambienti profondamente diversi tra loro, in una maniera riproducibile solo in parte nell'acquario di barriera, e soprattutto tramite la tecnica e l'innovazione. Quindi mentre nel dolce la tecnica spesso è una componente marginale nel complesso della vasca, nel marino diventa indubbiamente una componente fondamentale e inevitabile.
spero di avere espresso la mia idea in maniera comprensibile :-)
Pesci/organismi di riproduzione vs cattura
Nel dolce ci si fregia spesso di avere o pesci di riproduzione o pesci di cattura ma che verranno riprodotti in vasca e diffusi; in entrambi i casi comunque si punta al minor prelievo in natura. E molti dolci accusano il mondo marino di prelevare troppo in natura, di togliere i pesci dal loro habitat. Ora anticipando il fatto che il pesce non percepisce la cattività (ne parlerò al punto successivo), il problema può essere di prelievo intensivo dall'ambiente naturale (cosa che avviene anche nel dolce per alcune zone). Perchè il dolce non può permettersi una tale accusa a cuor leggero? perchè è facile parlare con un'infinità di specie dolci di riproduzione a disposizione, nel dolce il selvatico lo devi cercare, nel marino è la riproduzione la cosa rara (correggetemi se sbaglio, ma la diffusione di pesci di riproduzione riguarda solo Amphiprion, kauderni, e Sinchyporus nel marino). Non penso che tutti i dolci nella situazione del marino mantengano la loro integrità emoticon-00103-cool un punto di partenza potrebbe essere quello di preferire, per i neofiti, pesci di riproduzione, per poi passare agli esemplari di cattura quando si è più consapevoli di quello che si fa.
Rispetto delle esigenze del pesce
Un pesce, qualora vi si rispettino esigenze di spazio, allestimento, alimentazione, valori, e socialità non si rende conto di non essere in natura. Perchè non ha la neocorteccia, la parte del cervello che può elaborare pensieri più complessi. E lo dimostra il fatto che cresce come in natura, mostra gli stessi comportamenti, si riproduce. Nel dolce è una cosa che poniamo alla base della pianificazione della vasca. Perchè? Perchè farlo è facilissimo. Abbiamo una scelta di specie che ci consente di scegliere quella più adeguata (ricordo che i pirla non sono contemplati in questa discussione), abbiamo moltissime informazioni sugli ambienti di vita dei nostri pinnuti, alleviamo specie che comunque in natura vivono in spazi confinati e non in acque aperte, che non si spostano di molto durante la loro vita, a meno che non vi siano costretti. Con tutte queste premesse, nel dolce soddisfare le esigenze dei pesci è molto semplice, quasi elementare. Ma nel marino? nel marino sono cazzi... gli spazi, per quanto non di mare aperto sono molto meno confinati. Se ne conosce di meno, e la scelta di specie, per quanto aumenti con il tempo, è ancora molto limitata rispetto al dolce. Per cui anche in questo caso il dolce è molto avvantaggiato rispetto al marino, ma proprio questo non deve essere un motivo di monito, ma un'opportunità per il mondo marino, nel lungo lungo periodo, di puntare a specie che nelle vasche stiano come in natura, man mano che queste possono essere disponibili nell'hobby e andando a scartare quelle che si dimostrano inadeguate.
Imitazione della natura
Anche qui il dolce imita più la natura, il marino punta più all'artificialità e alla tecnica. Bene... ma perchè? perchè mentre il dolce anche in natura è un sistema a scambi abbastanza limitati (uno stagno chiuso, funziona come una buca di un torrente o come una pianura allagata ) grazie alle piante e al fondo, un reef in natura è collegato con scambi impressionanti come quantità e frequenza con una serie di ambienti profondamente diversi tra loro, in una maniera riproducibile solo in parte nell'acquario di barriera, e soprattutto tramite la tecnica e l'innovazione. Quindi mentre nel dolce la tecnica spesso è una componente marginale nel complesso della vasca, nel marino diventa indubbiamente una componente fondamentale e inevitabile.
spero di avere espresso la mia idea in maniera comprensibile :-)