rob57
06-09-2019, 12:43
Buongiorno a tutti. Tornato dalle ferie, su gentile richiesta di alcuni utenti del forum e non per un improvviso attacco di megalomania, posto questo articolo sulla mia vasca.
LA VASCA ATTUALE. 180x60x60 di costruzione artigianale con vetro da 15 mm e tiranti lungo tutto il bordo superiore. E’ in funzione da circa 13 anni. Buona parte delle pietre di arredamento (complessivamente circa 120 kg.) provengono dalla mia precedente vasca (hanno quindi circa 25 anni!!!!). Così come il filtro percolatore (anche lui 25 anni senza mai essere stato “toccato”). Monto due reattori di calcio, perché con uno solo non riuscivo più a mantenere Kh e Ca su valori accettabili (un Lgm 1401 e un Korallin che ho modificato portandolo a 55 cm di altezza).
L’illuminazione attuale è costituita da una plafoniera ATI T5 8x80 w (4 bluplus e 4 acquabluspezial). Inizialmente avevo una plafoniera 3x150 w HQI + 4 T5 da 80 w della Giesemann. Poi l’ho modificata in 3x250 HQI + T5 (passaggio che si è rivelato del tutto inutile, più dispendio energetico senza alcun miglioramento). Quindi per tre anni sono passato all’ illuminazione a LED e da quasi due anni ai T5 che mi sembrano di gran lunga il sistema d’illuminazione migliore e che non cambierò finchè non sarà inventato un “sole artificiale” (che non consumi troppo).
Il movimento dell’acqua è affidato da una lato a 3 nanostream Tunze da 4500 lt orari ciascuna e dall’altro a una nanostream Tunze da 8000 lt orari che si alternano ogni sei ore.
Per la risalita monto una pompa Rio da 2700 lt orari per quasi tre metri di prevalenza. (Pompa eccezionale, funziona da 13 anni e consuma solo 22W).
La conduzione è molto semplice: cambio del 5% dell’ acqua (25 lt) ogni 15 giorni (sale Tropic Marin o Red Sea). La settimana che non effettuo il cambio aggiungo piccole quantità di oligoelementi e iodio(Seachem). Carbone, 250 g., cambiato una volta al mese. Una volta a settimana cambio la lana sintetica che costituisce il prefiltro nel pozzetto di tracimazione, e una volta al mese cambio uno strato dei tre che costituiscono il filtro a foglie. Non uso resine né zeoliti o altro.
Aggiungo solo una fiala di reefbooster a settimana suddivisa in tre somministrazioni a giorni alterni. Ho anche provato a non somministrare nessun nutrimento. Per alcuni mesi è andato tutto bene, ma dopo i coralli hanno cominciato a mostrare sintomi di carenza.
VALORI DELL’ACQUA. No3 0-2 test Njos, Po4 0,008 - 0,015 Elos professional, KH 6 Tropic marin, Ca 390 – 400 Elos.
Recentemente, come alcuni di voi avranno letto nei miei post, ho eliminato una notevole quantità di SPS e LPS perché la vasca era troppo piena. In particolare un’acropora che in meno di due anni ha raggiunto 45 cm di lunghezza per 40 cm di altezza. Di seguito le foto della vasca con illuminazione HQI + T5, nel suo allestimento attuale e della megacropora che ho tolto.
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Il FILTRO PERCOLATORE. La mia vasca funziona senza schiumatoio e con filtro percolatore. Il percolatore che uso, è la copia esatta del modello Dupla in vendita molti anni fa. Il primo stadio è costituito da un prefiltro di lana sintetica posta nel pozzetto di tracimazione che c’è in vasca(circa 15x15) che ha lo scopo di trattenere lo sporco grossolano. Quindi l’acqua, attraverso una griglia forata, passa nella camera di percolazione vera e propria (circa 35x35x30H), poi attraverso un filtro a foglie a 3 strati, e infine in una scatola forata contenente il carbone e vari materiali tipo siporax e corallina a grana grossa. Da qui passa nella parte dove si trova la pompa di risalita. In un percolatore si consiglia una pompa che abbia una portata effettiva pari a 2 o 3 volte il volume della vasca, non di più, perché l’acqua deve gocciolare sul materiale filtrante. La camera di percolazione dovrebbe avere un volume pari almeno al 10/15% del volume della vasca. Ecco un schema del mio filtro percolatore e una foto della zona sump.
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PERCHE’ LA SCELTA DI UN FILTRO PERCOLATORE? Quando tutto il mondo usa lo schiumatoio? Semplicemente perché dalle mie parti nei primi anni 90’ questa tecnica di gestione rappresentava il sistema più avanzato. Gli schiumatoi che si trovavano nei negozi erano solo i “giocattolini” prodotti dalla Sander a pietra porosa.
La mia “malattia” per l’acquario marino è iniziata proprio in quegli anni, precisamente nel lontano 1992, quando ho allestito una vasca per soli pesci da circa 200 lt, con tecnica che appartiene alla preistoria dell’acquariofilia marina (filtro interno a cassetta e filtro sottosabbia), e con risultati ovviamente disastrosi.
Quindi mi sono costruito un filtro percolatore in plexiglass identico al modello della DUPLA (che allora costava quanto un’utilitaria) che un negoziante mi ha permesso gentilmente di copiare (anche perché aveva capito che a causa del costo non lo avrebbe mai venduto).
Con questo filtro, che poi è quello attuale, ho allestito nel 93 una vasca da 350 lt con coralli molli, actinodiscus, zoantidi, LPS, ecc. che ha funzionato come un orologio svizzero per 12 anni, dandomi grandi soddisfazioni.
Dal 2003 ho cominciato per lavoro a frequentare Torino e lì mi si aperto un mondo nuovo!!!! Infatti passo casualmente (o forse no?!) nel negozio di Corso Giulio Cesare AcquariumStyle e vedo per la prima volta una bellissima vasca di coralli duri condotta con metodo berlinese.
Comincio a leggere selvaggiamente (anche se già lo facevo da prima) tutti i libri e le riviste in italiano che trovo in giro e anche qualche sacro testo in inglese, ma in generale trovo spesso giudizi negativi sul metodo di conduzione che ho scelto, non solo per gli SPS ma anche per gli LPS. Le voci favorevoli al percolatore sono poche, anche se in alcuni casi autorevoli. Il colpo di grazia me lo danno i forum: il percolatore è assolutamente bandito, da usare eventualmente, con molti dubbi, per vasche di soli pesci.
Eppure guardo la mia vasca e non mi sembra niente male. E anche gli altri che la vedono la trovano bella(secondo me, anche se un po’ fuori moda, le vasche di coralli molli, LPS, actinodiscus, zoantus , ecc. possono essere bellissime).
Nel 2006 cambio casa e ne approfitto per ingrandirmi e allestire l’attuale vasca. Visto che sono ancora convinto di non poter allevare SPS e non volendo cambiare sistema di conduzione, inizialmente continuo con coralli molli, LPS, ecc.
Poi un giorno un negoziante mi regala alcuni pezzetti di montipora digitata marrone che iniziano a crescere rapidamente e ad assumere una piacevole colorazione violetta. “Ma allora si può”, mi dico!!! Incoraggiato provo con un pezzetto di seriatopora istrix e anche quella cresce bene. Nel giro di poco tempo passo prima a una vasca mista di coralli duri e molli per poi passare a SPS e LPS.
I VANTAGGI DEL PERCOLATORE. Saturazione 100% di ossigeno dell’acqua (dimostrata), valori dell’acqua molto stabili, mai nessun problema di ammoniaca e nitriti, nessun problema al filtro anche in caso di prolungata mancanza di corrente (perché non essendo sommerso non si crea una carenza di ossigeno) , zero manutenzione , durata eterna, risparmio energetico (non ci sono la/le pompe dello schiumatoio) , se si è minimamente pratici del fai da te costo iniziale molto basso.
Inoltre, visto che in tutti questi anni nelle mie vasche non si è mai ammalato un pesce, e che tutti i pesci vivono molto a lungo (minimo 8 anni, e poi leucosternon 13, ocellaris 13, dascillus aruanus 13, chrysptera parasema 16, ecc. fino ai 20 anni del mio flavescens ancora in vita) ritengo che ciò possa essere dovuto al fatto che questo sistema di conduzione rispetti maggiormente la composizione dell’acqua. E’ possibile che i potentissimi schiumatoi che si usano, oltre alle sostanze indesiderate, tolgano dall’acqua anche altre utili sostanze che non vengono ripristinate. Ma tengo a sottolineare che questo è solamente un mio pensiero non dimostrato. Vero che Kipper (il padre del percolatore e della Dupla) già sosteneva questa stessa teoria, ma lui era un tantino di parte!!!!
GLI SVANTAGGI. Il filtro percolatore è un sistema stabile, quindi meno capace di adattarsi a situazioni di emergenza, cosa che invece fa molto meglio lo schiumatoio. Se mi dovesse cadere l’intero barattolo del cibo in acqua, il percolatore non potrebbe evitare un picco di nitrati (non di nitriti). L’esempio non è fatto a caso. Durante una mia assenza per viaggio si è guastata la mangiatoia automatica e ha riversato tutto il cibo in vasca (non era di quelle moderne che in qualsiasi caso si fermano in modo da non somministrare cibo). I nitrati sono arrivati a 100 (o almeno a tanto arrivava la scala) e per tornare a zero c’è voluto circa un mese. Inoltre certamente non si arriva a ottenere un’ acqua tanto magra come quella che si ottiene con i potenti schiumatoi (ma è veramente necessario?).
LA PRINCIPALE ACCUSA: I NITRATI. E’ certamente vero che un filtro percolatore produce nitrati, proprio perché è un filtro biologico a altissima efficienza. Ma a mio avviso il problema è mal posto. Il filtro non è un’entità a sé stante, ma è inserito nel sistema vasca. Quindi il problema non è se il percolatore produce o meno nitrati, ma se produce più nitrati di quanto il sistema vasca riesca a smaltire. Ci sono vasche in cui paradossalmente gli acquariofili devono aggiungere nitrati e fosfati perché l’altissima efficienza degli schiumatoi (tipo quelli a cascata, ma anche altri) rendono l’acqua troppo povera. Quindi devono parzialmente reintegrare ciò che tolgono con grande dispendio di mezzi e di energia.
Alcuni autori ad esempio, ritengono ideale un’accoppiata tra percolatore e DSB perché il primo fornisce l’ossigeno che il DSB consuma, mentre il DSB si “occupa” di smaltire i nitrati, mentre ci sono case che producono stazioni di filtraggio comprendenti schiumatoio e percolatore (per esempio AcquaMedic).
E I FOSFATI? Contrariamente ai nitrati, che attraverso il ciclo dell’azoto possono essere eliminati, senza lo schiumatoio che toglie i composti proteici prima che diano luogo ai fosfati, questi si dovrebbero accumulare pericolosamente in acquario. Anche in questo caso credo che gli organismi presenti in vasca consumino i fosfati. Mentre il fosfato inorganico è misurabile e si mantiene su valori abbastanza buoni (0,015 o meno), il fosfato organico non è misurabile. Da alcuni indizi (per esempio patina sui vetri) ritengo non sia bassissimo, ma comunque non tanto alto da costituire un danno o un ostacolo per lo sviluppo dei coralli
COSA SUCCEDEREBBE CON UN ALTISSIMO CARICO ORGANICO? Non so, non posso rispondere a questa domanda. La mia massima dotazione è stata di 14 pesci (hepatus, leucosternon, flavescens, 2 aruanus , 4 ocellaris, 2 chrysiptera, 2 pseudocheilinus, 1 gramma loreto). Non so cosa succederebbe con 30 o più pesci.
SEMPRE TUTTO LISCIO? NO, PER NIENTE. La mia vasca ha avuto due periodi davvero critici che ne hanno messo a rischio la stessa sopravvivenza. Il primo, e decisamente il più grave, è stato quando mi è venuto in mente di inserire uno schiumatoio nel sistema. “Possibile che tutti ce l’hanno e io no?”. Inoltre pensavo che con un’acqua più magra i coralli potessero svilupparsi meglio. Proprio per evitare cambiamenti troppo radicali ho inserito lo schiumatoio a valle del percolatore (andrebbe messo a monte in modo che possa eliminare gli inquinanti prima che il filtro li decomponga) e l’ho messo in funzione gradualmente, iniziando con 4 ore al giorno, fino al funzionamento a tempo pieno.
COME UNO TSUNAMI. Nel giro di pochi giorni i nitrati sono saliti a 25, i coralli hanno cominciato a sbiancare e ho perso parecchie grosse colonie. Un’ acropora ha perso interi pezzi di tessuto davanti ai miei occhi. Nonostante tutto ho perseverato per circa sei mesi, ma la vasca continuava ad andare malissimo, con i nitrati che non si schiodavano da 25. Tolto lo schiumatoio i nitrati sono ritornati a zero nel giro di tre settimane e la vasca si è gradualmente ripresa. Vi ho descritto in maniera obbiettiva i fatti. Trovare delle spiegazioni logiche è davvero difficile. L’unica che mi viene in mente (ma non convince neanche me) è che lo schiumatoio possa avere tolto il nutrimento per le colonie batteriche della vasca che si è di conseguenza scompensata. Di seguito una foto del percolatore con schiumatoio e reattore di acqua calcarea (che non uso più per mancanza di spazio)40961
L’altro periodo difficile (anche se molto meno del precedente) è stato il passaggio dalla prima illuminazione (HQI + T5) a quella a LED. Anche in questo caso la vasca si è un po’ scompensata: sono comparsi dinoflagellati, ho perso qualche colonia e ho rilevato un lieve aumento dei nitrati (fino a 5 o poco più). Alcuni SPS hanno completamente cambiato colore tanto da diventare quasi irriconoscibili. Nessun problema invece quando sono passato da LED a T5 (anzi la vasca è andata mooooolto meglio).
Poi solo qualche problema comune, tipo alcune alghe difficili da eliminare, in alcuni periodi cianobatteri localizzati in qualche zona(mai invasioni totali) e cosucce del genere, magari fastidiose, che mettono a dura prova la pazienza dell’acquariofilo, ma nulla di più.
IN CONCLUSIONE? La mia esperienza con il filtro percolatore è assolutamente positiva e mi ha dato grandi soddisfazioni. Consiglierei questo sistema di gestione a chi vuole una vasca molto “naturale” , con grande crescita dei coralli e tempi di manutenzione ridotti. Per chi invece predilige vasche tiratissime con colori pastello tipo Korallen Zucht probabilmente meglio usare lo schiumatoio. La scelta di associare skimmer e percolatore, come nelle stazioni di filtraggio di alcune case produttrici, potrebbe essere presa in considerazione, anche se a prima vista non ci vedo grandi vantaggi. Mi sembra invece ottimale la scelta di associare DSB e percolatore. Poi, come in tutte le cose, tra teoria e pratica spesso c’è un abisso, quindi bisogna sperimentare.
LA VASCA ATTUALE. 180x60x60 di costruzione artigianale con vetro da 15 mm e tiranti lungo tutto il bordo superiore. E’ in funzione da circa 13 anni. Buona parte delle pietre di arredamento (complessivamente circa 120 kg.) provengono dalla mia precedente vasca (hanno quindi circa 25 anni!!!!). Così come il filtro percolatore (anche lui 25 anni senza mai essere stato “toccato”). Monto due reattori di calcio, perché con uno solo non riuscivo più a mantenere Kh e Ca su valori accettabili (un Lgm 1401 e un Korallin che ho modificato portandolo a 55 cm di altezza).
L’illuminazione attuale è costituita da una plafoniera ATI T5 8x80 w (4 bluplus e 4 acquabluspezial). Inizialmente avevo una plafoniera 3x150 w HQI + 4 T5 da 80 w della Giesemann. Poi l’ho modificata in 3x250 HQI + T5 (passaggio che si è rivelato del tutto inutile, più dispendio energetico senza alcun miglioramento). Quindi per tre anni sono passato all’ illuminazione a LED e da quasi due anni ai T5 che mi sembrano di gran lunga il sistema d’illuminazione migliore e che non cambierò finchè non sarà inventato un “sole artificiale” (che non consumi troppo).
Il movimento dell’acqua è affidato da una lato a 3 nanostream Tunze da 4500 lt orari ciascuna e dall’altro a una nanostream Tunze da 8000 lt orari che si alternano ogni sei ore.
Per la risalita monto una pompa Rio da 2700 lt orari per quasi tre metri di prevalenza. (Pompa eccezionale, funziona da 13 anni e consuma solo 22W).
La conduzione è molto semplice: cambio del 5% dell’ acqua (25 lt) ogni 15 giorni (sale Tropic Marin o Red Sea). La settimana che non effettuo il cambio aggiungo piccole quantità di oligoelementi e iodio(Seachem). Carbone, 250 g., cambiato una volta al mese. Una volta a settimana cambio la lana sintetica che costituisce il prefiltro nel pozzetto di tracimazione, e una volta al mese cambio uno strato dei tre che costituiscono il filtro a foglie. Non uso resine né zeoliti o altro.
Aggiungo solo una fiala di reefbooster a settimana suddivisa in tre somministrazioni a giorni alterni. Ho anche provato a non somministrare nessun nutrimento. Per alcuni mesi è andato tutto bene, ma dopo i coralli hanno cominciato a mostrare sintomi di carenza.
VALORI DELL’ACQUA. No3 0-2 test Njos, Po4 0,008 - 0,015 Elos professional, KH 6 Tropic marin, Ca 390 – 400 Elos.
Recentemente, come alcuni di voi avranno letto nei miei post, ho eliminato una notevole quantità di SPS e LPS perché la vasca era troppo piena. In particolare un’acropora che in meno di due anni ha raggiunto 45 cm di lunghezza per 40 cm di altezza. Di seguito le foto della vasca con illuminazione HQI + T5, nel suo allestimento attuale e della megacropora che ho tolto.
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Il FILTRO PERCOLATORE. La mia vasca funziona senza schiumatoio e con filtro percolatore. Il percolatore che uso, è la copia esatta del modello Dupla in vendita molti anni fa. Il primo stadio è costituito da un prefiltro di lana sintetica posta nel pozzetto di tracimazione che c’è in vasca(circa 15x15) che ha lo scopo di trattenere lo sporco grossolano. Quindi l’acqua, attraverso una griglia forata, passa nella camera di percolazione vera e propria (circa 35x35x30H), poi attraverso un filtro a foglie a 3 strati, e infine in una scatola forata contenente il carbone e vari materiali tipo siporax e corallina a grana grossa. Da qui passa nella parte dove si trova la pompa di risalita. In un percolatore si consiglia una pompa che abbia una portata effettiva pari a 2 o 3 volte il volume della vasca, non di più, perché l’acqua deve gocciolare sul materiale filtrante. La camera di percolazione dovrebbe avere un volume pari almeno al 10/15% del volume della vasca. Ecco un schema del mio filtro percolatore e una foto della zona sump.
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PERCHE’ LA SCELTA DI UN FILTRO PERCOLATORE? Quando tutto il mondo usa lo schiumatoio? Semplicemente perché dalle mie parti nei primi anni 90’ questa tecnica di gestione rappresentava il sistema più avanzato. Gli schiumatoi che si trovavano nei negozi erano solo i “giocattolini” prodotti dalla Sander a pietra porosa.
La mia “malattia” per l’acquario marino è iniziata proprio in quegli anni, precisamente nel lontano 1992, quando ho allestito una vasca per soli pesci da circa 200 lt, con tecnica che appartiene alla preistoria dell’acquariofilia marina (filtro interno a cassetta e filtro sottosabbia), e con risultati ovviamente disastrosi.
Quindi mi sono costruito un filtro percolatore in plexiglass identico al modello della DUPLA (che allora costava quanto un’utilitaria) che un negoziante mi ha permesso gentilmente di copiare (anche perché aveva capito che a causa del costo non lo avrebbe mai venduto).
Con questo filtro, che poi è quello attuale, ho allestito nel 93 una vasca da 350 lt con coralli molli, actinodiscus, zoantidi, LPS, ecc. che ha funzionato come un orologio svizzero per 12 anni, dandomi grandi soddisfazioni.
Dal 2003 ho cominciato per lavoro a frequentare Torino e lì mi si aperto un mondo nuovo!!!! Infatti passo casualmente (o forse no?!) nel negozio di Corso Giulio Cesare AcquariumStyle e vedo per la prima volta una bellissima vasca di coralli duri condotta con metodo berlinese.
Comincio a leggere selvaggiamente (anche se già lo facevo da prima) tutti i libri e le riviste in italiano che trovo in giro e anche qualche sacro testo in inglese, ma in generale trovo spesso giudizi negativi sul metodo di conduzione che ho scelto, non solo per gli SPS ma anche per gli LPS. Le voci favorevoli al percolatore sono poche, anche se in alcuni casi autorevoli. Il colpo di grazia me lo danno i forum: il percolatore è assolutamente bandito, da usare eventualmente, con molti dubbi, per vasche di soli pesci.
Eppure guardo la mia vasca e non mi sembra niente male. E anche gli altri che la vedono la trovano bella(secondo me, anche se un po’ fuori moda, le vasche di coralli molli, LPS, actinodiscus, zoantus , ecc. possono essere bellissime).
Nel 2006 cambio casa e ne approfitto per ingrandirmi e allestire l’attuale vasca. Visto che sono ancora convinto di non poter allevare SPS e non volendo cambiare sistema di conduzione, inizialmente continuo con coralli molli, LPS, ecc.
Poi un giorno un negoziante mi regala alcuni pezzetti di montipora digitata marrone che iniziano a crescere rapidamente e ad assumere una piacevole colorazione violetta. “Ma allora si può”, mi dico!!! Incoraggiato provo con un pezzetto di seriatopora istrix e anche quella cresce bene. Nel giro di poco tempo passo prima a una vasca mista di coralli duri e molli per poi passare a SPS e LPS.
I VANTAGGI DEL PERCOLATORE. Saturazione 100% di ossigeno dell’acqua (dimostrata), valori dell’acqua molto stabili, mai nessun problema di ammoniaca e nitriti, nessun problema al filtro anche in caso di prolungata mancanza di corrente (perché non essendo sommerso non si crea una carenza di ossigeno) , zero manutenzione , durata eterna, risparmio energetico (non ci sono la/le pompe dello schiumatoio) , se si è minimamente pratici del fai da te costo iniziale molto basso.
Inoltre, visto che in tutti questi anni nelle mie vasche non si è mai ammalato un pesce, e che tutti i pesci vivono molto a lungo (minimo 8 anni, e poi leucosternon 13, ocellaris 13, dascillus aruanus 13, chrysptera parasema 16, ecc. fino ai 20 anni del mio flavescens ancora in vita) ritengo che ciò possa essere dovuto al fatto che questo sistema di conduzione rispetti maggiormente la composizione dell’acqua. E’ possibile che i potentissimi schiumatoi che si usano, oltre alle sostanze indesiderate, tolgano dall’acqua anche altre utili sostanze che non vengono ripristinate. Ma tengo a sottolineare che questo è solamente un mio pensiero non dimostrato. Vero che Kipper (il padre del percolatore e della Dupla) già sosteneva questa stessa teoria, ma lui era un tantino di parte!!!!
GLI SVANTAGGI. Il filtro percolatore è un sistema stabile, quindi meno capace di adattarsi a situazioni di emergenza, cosa che invece fa molto meglio lo schiumatoio. Se mi dovesse cadere l’intero barattolo del cibo in acqua, il percolatore non potrebbe evitare un picco di nitrati (non di nitriti). L’esempio non è fatto a caso. Durante una mia assenza per viaggio si è guastata la mangiatoia automatica e ha riversato tutto il cibo in vasca (non era di quelle moderne che in qualsiasi caso si fermano in modo da non somministrare cibo). I nitrati sono arrivati a 100 (o almeno a tanto arrivava la scala) e per tornare a zero c’è voluto circa un mese. Inoltre certamente non si arriva a ottenere un’ acqua tanto magra come quella che si ottiene con i potenti schiumatoi (ma è veramente necessario?).
LA PRINCIPALE ACCUSA: I NITRATI. E’ certamente vero che un filtro percolatore produce nitrati, proprio perché è un filtro biologico a altissima efficienza. Ma a mio avviso il problema è mal posto. Il filtro non è un’entità a sé stante, ma è inserito nel sistema vasca. Quindi il problema non è se il percolatore produce o meno nitrati, ma se produce più nitrati di quanto il sistema vasca riesca a smaltire. Ci sono vasche in cui paradossalmente gli acquariofili devono aggiungere nitrati e fosfati perché l’altissima efficienza degli schiumatoi (tipo quelli a cascata, ma anche altri) rendono l’acqua troppo povera. Quindi devono parzialmente reintegrare ciò che tolgono con grande dispendio di mezzi e di energia.
Alcuni autori ad esempio, ritengono ideale un’accoppiata tra percolatore e DSB perché il primo fornisce l’ossigeno che il DSB consuma, mentre il DSB si “occupa” di smaltire i nitrati, mentre ci sono case che producono stazioni di filtraggio comprendenti schiumatoio e percolatore (per esempio AcquaMedic).
E I FOSFATI? Contrariamente ai nitrati, che attraverso il ciclo dell’azoto possono essere eliminati, senza lo schiumatoio che toglie i composti proteici prima che diano luogo ai fosfati, questi si dovrebbero accumulare pericolosamente in acquario. Anche in questo caso credo che gli organismi presenti in vasca consumino i fosfati. Mentre il fosfato inorganico è misurabile e si mantiene su valori abbastanza buoni (0,015 o meno), il fosfato organico non è misurabile. Da alcuni indizi (per esempio patina sui vetri) ritengo non sia bassissimo, ma comunque non tanto alto da costituire un danno o un ostacolo per lo sviluppo dei coralli
COSA SUCCEDEREBBE CON UN ALTISSIMO CARICO ORGANICO? Non so, non posso rispondere a questa domanda. La mia massima dotazione è stata di 14 pesci (hepatus, leucosternon, flavescens, 2 aruanus , 4 ocellaris, 2 chrysiptera, 2 pseudocheilinus, 1 gramma loreto). Non so cosa succederebbe con 30 o più pesci.
SEMPRE TUTTO LISCIO? NO, PER NIENTE. La mia vasca ha avuto due periodi davvero critici che ne hanno messo a rischio la stessa sopravvivenza. Il primo, e decisamente il più grave, è stato quando mi è venuto in mente di inserire uno schiumatoio nel sistema. “Possibile che tutti ce l’hanno e io no?”. Inoltre pensavo che con un’acqua più magra i coralli potessero svilupparsi meglio. Proprio per evitare cambiamenti troppo radicali ho inserito lo schiumatoio a valle del percolatore (andrebbe messo a monte in modo che possa eliminare gli inquinanti prima che il filtro li decomponga) e l’ho messo in funzione gradualmente, iniziando con 4 ore al giorno, fino al funzionamento a tempo pieno.
COME UNO TSUNAMI. Nel giro di pochi giorni i nitrati sono saliti a 25, i coralli hanno cominciato a sbiancare e ho perso parecchie grosse colonie. Un’ acropora ha perso interi pezzi di tessuto davanti ai miei occhi. Nonostante tutto ho perseverato per circa sei mesi, ma la vasca continuava ad andare malissimo, con i nitrati che non si schiodavano da 25. Tolto lo schiumatoio i nitrati sono ritornati a zero nel giro di tre settimane e la vasca si è gradualmente ripresa. Vi ho descritto in maniera obbiettiva i fatti. Trovare delle spiegazioni logiche è davvero difficile. L’unica che mi viene in mente (ma non convince neanche me) è che lo schiumatoio possa avere tolto il nutrimento per le colonie batteriche della vasca che si è di conseguenza scompensata. Di seguito una foto del percolatore con schiumatoio e reattore di acqua calcarea (che non uso più per mancanza di spazio)40961
L’altro periodo difficile (anche se molto meno del precedente) è stato il passaggio dalla prima illuminazione (HQI + T5) a quella a LED. Anche in questo caso la vasca si è un po’ scompensata: sono comparsi dinoflagellati, ho perso qualche colonia e ho rilevato un lieve aumento dei nitrati (fino a 5 o poco più). Alcuni SPS hanno completamente cambiato colore tanto da diventare quasi irriconoscibili. Nessun problema invece quando sono passato da LED a T5 (anzi la vasca è andata mooooolto meglio).
Poi solo qualche problema comune, tipo alcune alghe difficili da eliminare, in alcuni periodi cianobatteri localizzati in qualche zona(mai invasioni totali) e cosucce del genere, magari fastidiose, che mettono a dura prova la pazienza dell’acquariofilo, ma nulla di più.
IN CONCLUSIONE? La mia esperienza con il filtro percolatore è assolutamente positiva e mi ha dato grandi soddisfazioni. Consiglierei questo sistema di gestione a chi vuole una vasca molto “naturale” , con grande crescita dei coralli e tempi di manutenzione ridotti. Per chi invece predilige vasche tiratissime con colori pastello tipo Korallen Zucht probabilmente meglio usare lo schiumatoio. La scelta di associare skimmer e percolatore, come nelle stazioni di filtraggio di alcune case produttrici, potrebbe essere presa in considerazione, anche se a prima vista non ci vedo grandi vantaggi. Mi sembra invece ottimale la scelta di associare DSB e percolatore. Poi, come in tutte le cose, tra teoria e pratica spesso c’è un abisso, quindi bisogna sperimentare.