Ale87tv
19-07-2014, 00:35
Procambarus clarkii: allevamento ed ecologia
Nome scientifico: Procambarus clarkii (Girard 1852)
Nome comune: Gambero americano, della luisiana, killer
English: crawdaddy, crawfish, red swamp, crayfish, red swamp, Louisiana crawfish, Louisiana crayfish, red swamp crawfish
Spanish: cangrejo de rio
French: ecrevisse rouge de marais
Japan: zaragani
4579
P. clarkii: colorazione selvatica. Foto di Giada Garegnani
Tassonomia:
Regno: Animalia
Sottoregno: Eumetazoa
Phylum: Arthropoda
Subphylum: Crustacea
Classe: Malacostraca
Sottoclasse: Eumalacostraca
Superordine: Eucarida
Ordine: Decapoda
Sottordine: Pleocyemata
Infraordine: Astacidea
Famiglia: Cambaridae
Genere: Procambarus
Specie: clarkii
Descrizione:
Sono gamberi di dimensioni medio-grandi variabili dai 10 ai 20 cm; corpo robusto, depresso; capo caratterizzato da un rostro con bordi divergenti dall’apice alla regione oculare, denti laterali piccoli ed assenza della cresta mediana con margini laterali convergenti in un piccolo acumen triangolare.. Il carapace si presenta granuloso particolarmente dietro il solco cervicale con un solo paio di creste post-orbitali e privo di spine cervicali; Assenza di areola tra i solchi brachiocardici, che sono uniti nella linea mediana e con la presenza di molte spine nelle aree laterali. L'addome presenta le caratteristiche bande scure sulla parte dorsale ed un ampio telson; le chele dalla tipica forma ad S, sono sviluppate, granulose con margine interno irregolare provvisto di denti, coperte di spine e tubercoli più sviluppati sulla superficie superiore. Bordo interno del ramo mobile della chela con due tubercoli ben sviluppati e parte distale affilata, combaciante con la corrispondente sezione del ramo fisso a formare una sorta di forbice. Margine inferiore del carpo dei chelipedi provvisto di sperone prominente.
Colorazione generalmente rosso scuro, arancio o rosso brunastro. Negli esemplari selvatici le chele sono rosse su entrambe le superfici. Gli immaturi possono essere di colore verde chiaro, con una stretta striscia scura su entrambi i lati dell'addome ed una larga striscia chiara sul dorso.
Distribuzione
Il Procambarus clarkii è un crostaceo d’acqua dolce originario degli Stati centro-meridionali del nordamerica; attualmente ha una distribuzione praticamente cosmopolita, essendo stato introdotto più o meno accidentalmente in tutti i continenti con esclusione dell’Australia e dell’Antartide; in Europa è stata introdotta per la prima volta in Spagna nel 1972 e, successivamente, la sua presenza è stata riportata in numerose altre nazioni tra le quali il Portogallo, l’Inghilterra, la Francia, la Germania, l’Olanda e la Svizzera.
In Italia, in cui la prima popolazione riproduttiva è stata individuata in Piemonte nel 1989 (Del Mastro, 1992, 1999), la specie è ormai diffusa in molte Regioni: Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna (Mazzoni et al., 1996); Toscana (Baldaccini 1995; Gherardi et al., 1999); Umbria (Dorr et al., 2003); Marche (Gabucci et al. , 1990); Lazio (Gherardi et al., 1999); Abruzzo (Gherardi et al., 1999); Sicilia (D’Angelo & Lo Valvo, 2003). Attualmente la specie è stata rinvenuta anche nel territorio veneziano.
4570
Principali stati produttori di Procambarus clarkii (FAO Fishery Statistics, 2006)
a livello mondiale la sua presenza come acclimatato è stata rilevata:
45804581458245834584
Biologia ed ecologia
Specie di acque calde, robusta, aggressiva, con abitudini fossorie e sviluppo rapido. Il Procambarus clarki può essere considerato una specie r-selezionata presentando un’elevata fecondità (300-500 uova per femmina), una crescita rapida ed una maturità sessuale precoce (a 3-5 mesi d’età), strategia tipica delle specie evolutesi in ambienti instabili e di quelle ricoprenti la nicchia ecologiche di colonizzatrici. Procambarus clarkii predilige acque a lento corso e stagnanti di paludi, acquitrini e stagni, anche in ambienti soggetti a essiccazione estiva. Frequente in dighe, canali da irrigazione e risaie. Il gambero della Louisiana possiede una grande adattabilità e vive bene anche in acque salmastre.
Il suo successo come specie invasiva dipende anche dalla capacità di superare gli stress ambientali, come l'assenza di acqua superficiale (la sua capacità di restare fuori dall’acqua per ore lo rende capace di una straordinaria capacità dispersiva), temperature estreme, salinità, basse concentrazioni di ossigeno e presenza di agenti inquinanti (Barbaresi, 2002). Inoltre, a differenza delle specie europee di gambero come Austrapotamobius pallipes, è tollerante alla “peste del gambero” portata dal fungo Aphanomyces astaci, ma anzi ne è diventato un “portatore sano”.
Se immesso riesce ad acclimatarsi in breve tempo in quasi tutti gli ambienti. Durante la fase invasiva gli esemplari di questa specie riescono a coprire distanze anche superiori ai tre chilometri per notte, spostandosi anche sul terreno asciutto.La resistenza di Procambarus clarkii alle condizioni ambientali estreme è la risultante della combinazione di adattamenti fisiologici sia al comportamento di scavo ed occupazione di tane. La tana, composta da gallerie sotterranee, a volte anche molto profonde, è fondamentale per questa specie sia per difendersi dai predatori in momenti critici del ciclo vitale, il periodo di muta e riproduzione, sia in condizioni di asciutta e di temperature estreme (Barbaresi, 2002). Durante l'estate, con il ritiro delle acque ed i prosciugamenti, P. clarckii sopravvive scavando tane profonde fino a due metri, dove trova l’umidità necessaria a restare in vita fino alle successiva stagione piovosa.
A dispetto del fatto che sia considerato "specie di acque calde", P. clarckii si ambienta anche in acque a temperatura relativamente bassa e ha colonizzato bacini situati a latitudini elevate in Giappone e negli Stati Uniti. L'altitudine sembra essere la principale barriera fisica che frena l'espansione della specie, in Europa normalmente P. clarckii tende a localizzarsi nei tratti meno elevati dei torrenti, anche se a latitudini meno elevate colonizza bacini montani (Spagna 1.200 m s.l.m.). Nei paesi europei a clima più rigido questa specie riesce a sopravvivere anche in corsi d'acqua soggetti a gelare durante i mesi invernali.
L’introduzione di questo gambero alloctono potrebbe portare ad impatti negativi piuttosto considerevoli, quali fenomeni di predazione e competizione con organismi autoctoni, modificazione degli habitat, introduzione di agenti patogeni e fenomeni di instabilità idrogeologica collegati con la sua attività fossoria (Del Mastro, 1999).
Nelle paludi del sud degli Stati Uniti, in cui la specie è indigena, il gambero rosso viene perseguitato da numerose specie animali, procioni, giovani alligatori, varie specie di pesci ed uccelli acquatici, nonché serpenti d’acqua. Nel nostro paese, gli individui adulti, vengono attivamente predati soltanto da lucci, persici trota, persici reali ed uccelli acquatici come aironi, garzette, nitticore, cormorani ecc. Purtroppo le abitudini prevalentemente notturne del gambero rosso, lo rendono esposto alla predazione degli uccelli soltanto nelle prime ore della mattina od in quelle della tarda serata.
Danni ambientali
L’adattabilità a condizioni ambientali estreme e l’estrema rusticità del gambero rosso della Louisiana hanno consentito a questa specie di colonizzare non solo i corsi d’acqua principali, ma anche i terreni agricoli ad inondazione periodica, i canali di bonifica, i fossati di campagna e le diramazioni secondarie dei reticoli idrografici. In questi ambienti la presenza di P. clarkii può causare drammatici cambiamenti nelle comunità animali e vegetali residenti (Schleifstein and Fedeli, 2003), così come danni alle sponde e agli argini
mediante lo scavo di tane e gallerie (Gherardi et al., 2000). La specie è riuscita a fuggire da ogni luogo dove è stato introdotto per allevamento.
Il declino delle specie native europee di gambero d’acqua dolce è stato fortemente influenzato dalla comparsa di P. clarkii, sia per effetto della competizione diretta per spazi e risorse, sia attraverso la trasmissione della Peste del gambero (A. astaci). Le specie maggiormente minacciate dalla presenza del gambero rosso della Louisiana sono il gambero di fiume Austropotamobius pallipes, il gambero di torrente A. torrentium ed il gambero di fiume europeo Astacus astacus (Garcia-Arberas et al, 2009; Dehus et al, 1999; Gherardi, 2006; Gil-Sanchez and Alba-Tercedor, 2006).
Competizione e predazione sono state osservate anche nei confronti di anfibi (Cruz and Rebelo, 2005; Gherardi, 2006), in particolare su Rana sp., Bufo bufo, B. calamita, Triturus vulgaris e Taricha torosa (Gherardi et al, 2001; Renai and Gherardi, 2004; Cruz et al, 2006).
In condizioni ambientali favorevoli e se presente in elevate densità, P. clarkii può movimentare fino ad un massimo 40 ton/ha di sedimento/suolo per la costruzione di tane e gallerie; in queste condizioni, coltivazioni agricole (ad es. piantagioni di riso), dighe, argini, così come la vegetazione riparia subiscono significativi impatti, tra cui la perdita di acqua, l’alterazione dell’idrologia dei suoli e danni alle colture (Holdrich, 1999; Gherardi et al., 2000).
L’impatto sulla vegetazione riparia è stato oggetto di numerosi studi che hanno dimostrato come l’effetto sinergico dell’attività di scavo associata a fattori ambientali (forti piogge, siccità, temperature troppo elevate o troppo rigide) sia spesso causa di riduzione della biomassa delle specie riparie. Circa il 50% degli esemplari ubicati in aree interessate dalla presenza di tane di P. clarkii (in particolar modo per Phragmites australis e Carex elata) subiscono danni, sia a causa di una maggiore esposizione delle radici all’aria, sia per la diretta alimentazione di P. clarkii, che “taglia” alla base P. australis, e consuma le radici Carex elata.
Tra le altre specie vegetali per cui si è dimostrata una significativa riduzione della biomassa a seguito dell’attività di grazing e di escavazione di P. clarkii si annoverano
Nymphoides peltata, Potamopeton crispus, Ultricularia australis, Potamogeton spp. (Gherardi and Acquistapace, 2007; Gherardi et al, 1999).
L’attività di escavo di P. clarkii ha, inoltre, come effetto secondario l’aumento della torbidità dell’acqua con mobilitazione del sedimento, dei nutrienti e dei contaminanti, la riduzione della penetrazione della luce e della produzione e crescita delle piante (Anastácio and Marques, 1997; Angeler et al., 2001).
La capacità di bioaccumulare metalli e biotossine in ambienti contaminati rende inoltre P. clarkii un potenziale vettore di trasferimento di contaminanti verso i consumatori apicali della rete trofica, inclusi gli umani (Gherardi, 2006b).
I P. clarkii sono stati accidentalmente inseriti nell'ambiente a causa dell'utilizzo a fini alimentari, come esca viva, e come animali ornamentali.
Allestimento acquario e comportamento
Per un singolo esemplare è necessaria una vasca di almeno 50 cm x 30 cm di base. Per una coppia si parte da un lato lungo sugli 80 cm. La vasca deve essere assolutamente chiusa, a prova di fuga, dato che questi gamberi sono degli eccellenti arrampicatori, e il cavo del filtro è un ottimo ausilio alla fuga.
Il filtro, se presente, va ben dimensionato data la voracità di questi gamberi e il conseguente carico organico. Un buon movimento superficiale, con una cascatella, è molto gradito ed aiuta a tollerare le alte temperature estive. In alternativa è possibile l'allevamento in capienti contenitori esterni, in materiale plastico.
Il fondo può essere anche di ghiaino medio, sono degli ottimi scavatori e vi si creeranno presto una tana, anche se è piuttosto piacevole vederli scavare nella sabbia fine. Il fondo fertile non va inserito, mentre è ininfluente (o forse consigliato) l'utilizzo di materiale calcareo.
Devono essere creati nascondigli, tane e barriere visive con legni, radici e sassi (anche calcarei). Le tante devono essere sufficienti a contenere l'animale intero e a farlo sentire sicuro. Più esemplari inserirete, più tane serviranno. Inoltre una zona emersa può essere utile per allevare questi gamberi, dato che vi si arrampicheranno in caso di acqua carente di ossigeno.
Potete provare a inserire delle piante, ma senza troppa convinzione, dato che tenderà a mangiarle. Ho visto che con del muschio e della lemna galleggiante, qualcosa resta.
Tende a mangiare qualsiasi altro inquilino in vasca, pesci compresi, per cui è imperativo il monospecifico, e anche in questo caso non sono rari i fenomeni di cannibalismo se la vasca non è adatta.
4638 un vasca di esempio per Procambarus clarkii - foto e vasca di Davide Grigoletto.
4660 una vasca di esempio per Procambarus clarkii - foto e vasca di Gabriele La Corte
Valori dell'acqua
é una specie colonizzatrice, molto adattabile. Una buona ossigenazione lo rende molto tollerante alle alte temperature. Nonostante resista meglio di altre specie a bassi tenori di ossigeno disciolto, si osservano reazioni da stress quando la concentrazione scende sotto a 3 mg/l, come risalita in superficie per assumere ossigeno atmosferico. Sono gradite acque ricche di calcio.
resistenza del P.clarkii a vari inquinanti; Harmful = dannoso
463046314632463346344635
temperature ottimali e zone climatiche preferite
4629
Alimentazione
Specie politrofica, la sua plasticità comportamentale è confermata dalle sue abitudini trofiche; infatti la sua dieta è molto variegata: si nutre di ogni sostanza organica disponibile, sia vegetale, sia animale. Si nutre quindi di carcasse, alghe, invertebrati, piante acquatiche, pesci, anfibi e loro uova. Nella dieta il cibo di origine animale predomina particolarmente negli esemplari immaturi, mentre i vegetali vengono assunti da tutte le classi di età. P. clarckii ha abitudini predatrici più marcate rispetto alle specie indigene europee, ed in molti paesi è ritenuto implicato nella forte riduzione di molte specie autoctone di crostacei, anfibi e pesci. P. clarckii consuma anche notevoli quantità di detrito organico, alghe e macrofite acquatiche. In condizioni si sovraffollamento la competizione alimentare innesca spesso fenomeni di cannibalismo ed aumenta la tendenza predatoria della specie verso anfibi e pesci. Da studi effettuati su popolazioni del fiume Guadiana (Spagna) la componente animale della dieta è risultata dominata da insetti, altri crostacei, molluschi e pesci.
In vasca accetta mangime granulare, verdure sbollentate, pesce congelato, lombrichi, chironomus e altri cibi congelati. Evitate di fornire pesci vivi, non è necessario.
Riproduzione e ciclo vitale
I maschi solitamente hanno una colorazione rossa (nella colorazione selvatica) molto più accentuata rispetto alle femmine e chele più possenti, e i primi due arti addominali trasformati in organi copulatori.
Femmine provviste di un ricettacolo seminale (annulus ventralis) situato alla base delle zampe posteriori, di consistenza cornea negli esemplari sessualmente maturi. I maschi adulti sono provvisti di un gancio sul terzo e quarto paio di pereopodi, usato per afferrare la femmina durante l'accoppiamento.
Procambarus clarkii ha ciclo vitale breve e possiede un'elevata fecondità, subisce un dimorfismo ciclico con esemplari sessualmente attivi in autunno, inverno e primavera ed inattivi durante i mesi estivi. La specie è in grado di riprodursi 2 - 3 volte all'anno nelle regioni tropicali, 1 - 2 volte in quelle temperate, specialmente in località soggette ad intense precipitazioni. Ogni femmina è in grado di produrre più di 600 uova per ciclo. La durata dello sviluppo embrionale dipende dalla temperatura, a 22 °C richiede circa 2 - 3 settimane, mentre si arresta a temperature inferiori ai 10 °C. In ambienti favorevoli possono essere osservate femmine incubanti o con piccoli in tutti i mesi dell'anno.
La riproduzione avviene facilmente in cattività in presenza di ambiente consono. La femmina porta le uova (oltre 500) sotto l'addome. La schiusa avviene dopo 20 - 30 giorni, e i piccoli nati rimarranno attaccati alla madre fino alla seconda muta. I neonati diventeranno autosufficienti solo quindi dopo la seconda muta, e da questo momento saranno vulnerabili agli attacchi dei genitori. La maturità sessuale viene raggiunta in natura in 3 - 5 mesi, in allevamento anche in soli 2 mesi. Gli esemplari sessualmente maturi hanno dimensioni comprese tra i 45 e poco più di 125 mm TL. La crescita è molto rapida, P. clarckii può raggiungere e superare i 50 grammi di peso in pochi mesi. Gli esemplari più grandi possono superare i 15cm TL., anche se la media è generalmente di circa 10 cm. In laboratorio la durata massima della vita del gambero rosso della Louisiana è di circa quattro anni, ma in natura supera raramente i 12 - 18 mesi.
4663 maschio di P. clarkii foto di Chiara D'Ezio
4628 giovane P. clarkii foto di Gabriele La Corte
4637 Muta ed esuvia foto di Gabriele La Corte
4661 Femmina con piccoli foto di Gabriele La Corte
Mutazioni e selezioni
Negli allevamenti sono state selezionate varietà bianche, gialle, blu, bianche, nere, e altre mutazioni si ritrovano in natura. Inoltre pare che limitando l'astaxantina nella dieta si riesca ad ottenere la colorazione blu.
4636 P. clarkii blu - foto di Gabriele La Corte
4662 P. clarkii white pearl - foto di Davide Grigoletto
Curiosità
La pesca industriale al gambero rosso della Louisiana si svolge con reti, nasse ed altre trappole per crostacei: la pesca dilettantistica può essere attuata con una semplice attrezzatura a canna semplice innescata con carne o pesce salato.
Ringraziamenti
Ringrazio Davide grigo e tutto il Gruppo Facebook: Procambarus Italia (Gamberi con la "G" maiuscola) che mi hanno fornito alcuni utilissimi consigli e le fotografie!
Bibliografia:
http://www.faunaeur.org/
http://www.uniurb.it/giornalismo/lavori2002/fedeli/index.htm
http://msn.visitmuve.it/it/ricerca/banche-dati-2/db-alloctone-laguna-e-mediterraneo/procambarus-clarkii/
BALDACCINI G.N., 1995. Considerazioni su alcuni macroinvertebrati dell’area umida di Massaciuccoli (Toscana). In: Tomei P.E., Guazzi E. (a cura), Il bacino del Massaciuccoli – IV. Pacini, Pisa: 91-113.
BARBARESI S., 2002. Proprietà invasive di Procambarus clarkii. Atti del Convegno Nazionale “La gestione delle specie alloctone in Italia: il caso della nutria e del gambero rosso della Louisiana”, Firenze.
D’ANGELO S., LO VALVO M., 2003. On the presence of the red swamp crayfish Procambarus clarkii in Sicily. Naturalista siciliano, 27 (3-4): 325-327.
DEL MASTRO G.B., 1992. Sull’acclimatazione del gambero della Louisiana Procambarus clarkii (Girard, 1852) nelle acque dolci italiane. Pianura Suppl. di Provincia Nuova, 4: 5-10.
DEL MASTRO G.B., 1999. Annotazioni sulla storia naturale del gambero della Louisiana Procambarus clarkii (Girard, 1852) in Piemonte centrale e prima segnalazione regionale del gambero americano Orconectes limosus (Rafinesque, 1817). Riv. Piem. St. Nat., 20: 65-92.
DORR J.A.M., PEDICILLO G., LORENZONI M., 2003. First record of Procambarus clarkii, Orconectes limosus and Astacus leptodactylus in Umbria. Rivista di Idrobiologia, 40 (2-3): 221-223.
GABUCCI L., PARA R., POSELLI M., 1990. Pesci e Crostacei d’acqua dolce della provincia di Pesaro-Urbino. La Pieve, Villa Verrucchio.
GHERARDI F., BALDACCINI G.N., BARBARESI S., ERCOLINI P., DE LUISE G., MAZZONI D., MORI M., 1999. Alien crayfish: the situation of Italy. Crustacean Issues, 11: 107-128.
MAZZONI D., MINELLI G., QUAGLIO F., RIZZOLI M., 1996. Sulla presenza del gambero della Louisiana Procambarus clarkii (Girard, 1852) nelle acque interne dell’Emilia-Romagna. In: Atti Conv. Naz. “Il contributo dei progetti di ricerca allo sviluppo dell’acqua nazionale”: 75-82.
http://www.ittiofauna.org/webmuseum/decapodi/cambaridae/procambarus/procambarus_clarcki/p_clarckii.htm
http://www.raiss.it/files/Il-gambero-rosso-della-Louisiana.pdf
http://www.cabi.org/isc/datasheet/67878
Gruppo Facebook: Procambarus Italia (Gamberi con la "G" maiuscola)
Nome scientifico: Procambarus clarkii (Girard 1852)
Nome comune: Gambero americano, della luisiana, killer
English: crawdaddy, crawfish, red swamp, crayfish, red swamp, Louisiana crawfish, Louisiana crayfish, red swamp crawfish
Spanish: cangrejo de rio
French: ecrevisse rouge de marais
Japan: zaragani
4579
P. clarkii: colorazione selvatica. Foto di Giada Garegnani
Tassonomia:
Regno: Animalia
Sottoregno: Eumetazoa
Phylum: Arthropoda
Subphylum: Crustacea
Classe: Malacostraca
Sottoclasse: Eumalacostraca
Superordine: Eucarida
Ordine: Decapoda
Sottordine: Pleocyemata
Infraordine: Astacidea
Famiglia: Cambaridae
Genere: Procambarus
Specie: clarkii
Descrizione:
Sono gamberi di dimensioni medio-grandi variabili dai 10 ai 20 cm; corpo robusto, depresso; capo caratterizzato da un rostro con bordi divergenti dall’apice alla regione oculare, denti laterali piccoli ed assenza della cresta mediana con margini laterali convergenti in un piccolo acumen triangolare.. Il carapace si presenta granuloso particolarmente dietro il solco cervicale con un solo paio di creste post-orbitali e privo di spine cervicali; Assenza di areola tra i solchi brachiocardici, che sono uniti nella linea mediana e con la presenza di molte spine nelle aree laterali. L'addome presenta le caratteristiche bande scure sulla parte dorsale ed un ampio telson; le chele dalla tipica forma ad S, sono sviluppate, granulose con margine interno irregolare provvisto di denti, coperte di spine e tubercoli più sviluppati sulla superficie superiore. Bordo interno del ramo mobile della chela con due tubercoli ben sviluppati e parte distale affilata, combaciante con la corrispondente sezione del ramo fisso a formare una sorta di forbice. Margine inferiore del carpo dei chelipedi provvisto di sperone prominente.
Colorazione generalmente rosso scuro, arancio o rosso brunastro. Negli esemplari selvatici le chele sono rosse su entrambe le superfici. Gli immaturi possono essere di colore verde chiaro, con una stretta striscia scura su entrambi i lati dell'addome ed una larga striscia chiara sul dorso.
Distribuzione
Il Procambarus clarkii è un crostaceo d’acqua dolce originario degli Stati centro-meridionali del nordamerica; attualmente ha una distribuzione praticamente cosmopolita, essendo stato introdotto più o meno accidentalmente in tutti i continenti con esclusione dell’Australia e dell’Antartide; in Europa è stata introdotta per la prima volta in Spagna nel 1972 e, successivamente, la sua presenza è stata riportata in numerose altre nazioni tra le quali il Portogallo, l’Inghilterra, la Francia, la Germania, l’Olanda e la Svizzera.
In Italia, in cui la prima popolazione riproduttiva è stata individuata in Piemonte nel 1989 (Del Mastro, 1992, 1999), la specie è ormai diffusa in molte Regioni: Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna (Mazzoni et al., 1996); Toscana (Baldaccini 1995; Gherardi et al., 1999); Umbria (Dorr et al., 2003); Marche (Gabucci et al. , 1990); Lazio (Gherardi et al., 1999); Abruzzo (Gherardi et al., 1999); Sicilia (D’Angelo & Lo Valvo, 2003). Attualmente la specie è stata rinvenuta anche nel territorio veneziano.
4570
Principali stati produttori di Procambarus clarkii (FAO Fishery Statistics, 2006)
a livello mondiale la sua presenza come acclimatato è stata rilevata:
45804581458245834584
Biologia ed ecologia
Specie di acque calde, robusta, aggressiva, con abitudini fossorie e sviluppo rapido. Il Procambarus clarki può essere considerato una specie r-selezionata presentando un’elevata fecondità (300-500 uova per femmina), una crescita rapida ed una maturità sessuale precoce (a 3-5 mesi d’età), strategia tipica delle specie evolutesi in ambienti instabili e di quelle ricoprenti la nicchia ecologiche di colonizzatrici. Procambarus clarkii predilige acque a lento corso e stagnanti di paludi, acquitrini e stagni, anche in ambienti soggetti a essiccazione estiva. Frequente in dighe, canali da irrigazione e risaie. Il gambero della Louisiana possiede una grande adattabilità e vive bene anche in acque salmastre.
Il suo successo come specie invasiva dipende anche dalla capacità di superare gli stress ambientali, come l'assenza di acqua superficiale (la sua capacità di restare fuori dall’acqua per ore lo rende capace di una straordinaria capacità dispersiva), temperature estreme, salinità, basse concentrazioni di ossigeno e presenza di agenti inquinanti (Barbaresi, 2002). Inoltre, a differenza delle specie europee di gambero come Austrapotamobius pallipes, è tollerante alla “peste del gambero” portata dal fungo Aphanomyces astaci, ma anzi ne è diventato un “portatore sano”.
Se immesso riesce ad acclimatarsi in breve tempo in quasi tutti gli ambienti. Durante la fase invasiva gli esemplari di questa specie riescono a coprire distanze anche superiori ai tre chilometri per notte, spostandosi anche sul terreno asciutto.La resistenza di Procambarus clarkii alle condizioni ambientali estreme è la risultante della combinazione di adattamenti fisiologici sia al comportamento di scavo ed occupazione di tane. La tana, composta da gallerie sotterranee, a volte anche molto profonde, è fondamentale per questa specie sia per difendersi dai predatori in momenti critici del ciclo vitale, il periodo di muta e riproduzione, sia in condizioni di asciutta e di temperature estreme (Barbaresi, 2002). Durante l'estate, con il ritiro delle acque ed i prosciugamenti, P. clarckii sopravvive scavando tane profonde fino a due metri, dove trova l’umidità necessaria a restare in vita fino alle successiva stagione piovosa.
A dispetto del fatto che sia considerato "specie di acque calde", P. clarckii si ambienta anche in acque a temperatura relativamente bassa e ha colonizzato bacini situati a latitudini elevate in Giappone e negli Stati Uniti. L'altitudine sembra essere la principale barriera fisica che frena l'espansione della specie, in Europa normalmente P. clarckii tende a localizzarsi nei tratti meno elevati dei torrenti, anche se a latitudini meno elevate colonizza bacini montani (Spagna 1.200 m s.l.m.). Nei paesi europei a clima più rigido questa specie riesce a sopravvivere anche in corsi d'acqua soggetti a gelare durante i mesi invernali.
L’introduzione di questo gambero alloctono potrebbe portare ad impatti negativi piuttosto considerevoli, quali fenomeni di predazione e competizione con organismi autoctoni, modificazione degli habitat, introduzione di agenti patogeni e fenomeni di instabilità idrogeologica collegati con la sua attività fossoria (Del Mastro, 1999).
Nelle paludi del sud degli Stati Uniti, in cui la specie è indigena, il gambero rosso viene perseguitato da numerose specie animali, procioni, giovani alligatori, varie specie di pesci ed uccelli acquatici, nonché serpenti d’acqua. Nel nostro paese, gli individui adulti, vengono attivamente predati soltanto da lucci, persici trota, persici reali ed uccelli acquatici come aironi, garzette, nitticore, cormorani ecc. Purtroppo le abitudini prevalentemente notturne del gambero rosso, lo rendono esposto alla predazione degli uccelli soltanto nelle prime ore della mattina od in quelle della tarda serata.
Danni ambientali
L’adattabilità a condizioni ambientali estreme e l’estrema rusticità del gambero rosso della Louisiana hanno consentito a questa specie di colonizzare non solo i corsi d’acqua principali, ma anche i terreni agricoli ad inondazione periodica, i canali di bonifica, i fossati di campagna e le diramazioni secondarie dei reticoli idrografici. In questi ambienti la presenza di P. clarkii può causare drammatici cambiamenti nelle comunità animali e vegetali residenti (Schleifstein and Fedeli, 2003), così come danni alle sponde e agli argini
mediante lo scavo di tane e gallerie (Gherardi et al., 2000). La specie è riuscita a fuggire da ogni luogo dove è stato introdotto per allevamento.
Il declino delle specie native europee di gambero d’acqua dolce è stato fortemente influenzato dalla comparsa di P. clarkii, sia per effetto della competizione diretta per spazi e risorse, sia attraverso la trasmissione della Peste del gambero (A. astaci). Le specie maggiormente minacciate dalla presenza del gambero rosso della Louisiana sono il gambero di fiume Austropotamobius pallipes, il gambero di torrente A. torrentium ed il gambero di fiume europeo Astacus astacus (Garcia-Arberas et al, 2009; Dehus et al, 1999; Gherardi, 2006; Gil-Sanchez and Alba-Tercedor, 2006).
Competizione e predazione sono state osservate anche nei confronti di anfibi (Cruz and Rebelo, 2005; Gherardi, 2006), in particolare su Rana sp., Bufo bufo, B. calamita, Triturus vulgaris e Taricha torosa (Gherardi et al, 2001; Renai and Gherardi, 2004; Cruz et al, 2006).
In condizioni ambientali favorevoli e se presente in elevate densità, P. clarkii può movimentare fino ad un massimo 40 ton/ha di sedimento/suolo per la costruzione di tane e gallerie; in queste condizioni, coltivazioni agricole (ad es. piantagioni di riso), dighe, argini, così come la vegetazione riparia subiscono significativi impatti, tra cui la perdita di acqua, l’alterazione dell’idrologia dei suoli e danni alle colture (Holdrich, 1999; Gherardi et al., 2000).
L’impatto sulla vegetazione riparia è stato oggetto di numerosi studi che hanno dimostrato come l’effetto sinergico dell’attività di scavo associata a fattori ambientali (forti piogge, siccità, temperature troppo elevate o troppo rigide) sia spesso causa di riduzione della biomassa delle specie riparie. Circa il 50% degli esemplari ubicati in aree interessate dalla presenza di tane di P. clarkii (in particolar modo per Phragmites australis e Carex elata) subiscono danni, sia a causa di una maggiore esposizione delle radici all’aria, sia per la diretta alimentazione di P. clarkii, che “taglia” alla base P. australis, e consuma le radici Carex elata.
Tra le altre specie vegetali per cui si è dimostrata una significativa riduzione della biomassa a seguito dell’attività di grazing e di escavazione di P. clarkii si annoverano
Nymphoides peltata, Potamopeton crispus, Ultricularia australis, Potamogeton spp. (Gherardi and Acquistapace, 2007; Gherardi et al, 1999).
L’attività di escavo di P. clarkii ha, inoltre, come effetto secondario l’aumento della torbidità dell’acqua con mobilitazione del sedimento, dei nutrienti e dei contaminanti, la riduzione della penetrazione della luce e della produzione e crescita delle piante (Anastácio and Marques, 1997; Angeler et al., 2001).
La capacità di bioaccumulare metalli e biotossine in ambienti contaminati rende inoltre P. clarkii un potenziale vettore di trasferimento di contaminanti verso i consumatori apicali della rete trofica, inclusi gli umani (Gherardi, 2006b).
I P. clarkii sono stati accidentalmente inseriti nell'ambiente a causa dell'utilizzo a fini alimentari, come esca viva, e come animali ornamentali.
Allestimento acquario e comportamento
Per un singolo esemplare è necessaria una vasca di almeno 50 cm x 30 cm di base. Per una coppia si parte da un lato lungo sugli 80 cm. La vasca deve essere assolutamente chiusa, a prova di fuga, dato che questi gamberi sono degli eccellenti arrampicatori, e il cavo del filtro è un ottimo ausilio alla fuga.
Il filtro, se presente, va ben dimensionato data la voracità di questi gamberi e il conseguente carico organico. Un buon movimento superficiale, con una cascatella, è molto gradito ed aiuta a tollerare le alte temperature estive. In alternativa è possibile l'allevamento in capienti contenitori esterni, in materiale plastico.
Il fondo può essere anche di ghiaino medio, sono degli ottimi scavatori e vi si creeranno presto una tana, anche se è piuttosto piacevole vederli scavare nella sabbia fine. Il fondo fertile non va inserito, mentre è ininfluente (o forse consigliato) l'utilizzo di materiale calcareo.
Devono essere creati nascondigli, tane e barriere visive con legni, radici e sassi (anche calcarei). Le tante devono essere sufficienti a contenere l'animale intero e a farlo sentire sicuro. Più esemplari inserirete, più tane serviranno. Inoltre una zona emersa può essere utile per allevare questi gamberi, dato che vi si arrampicheranno in caso di acqua carente di ossigeno.
Potete provare a inserire delle piante, ma senza troppa convinzione, dato che tenderà a mangiarle. Ho visto che con del muschio e della lemna galleggiante, qualcosa resta.
Tende a mangiare qualsiasi altro inquilino in vasca, pesci compresi, per cui è imperativo il monospecifico, e anche in questo caso non sono rari i fenomeni di cannibalismo se la vasca non è adatta.
4638 un vasca di esempio per Procambarus clarkii - foto e vasca di Davide Grigoletto.
4660 una vasca di esempio per Procambarus clarkii - foto e vasca di Gabriele La Corte
Valori dell'acqua
é una specie colonizzatrice, molto adattabile. Una buona ossigenazione lo rende molto tollerante alle alte temperature. Nonostante resista meglio di altre specie a bassi tenori di ossigeno disciolto, si osservano reazioni da stress quando la concentrazione scende sotto a 3 mg/l, come risalita in superficie per assumere ossigeno atmosferico. Sono gradite acque ricche di calcio.
resistenza del P.clarkii a vari inquinanti; Harmful = dannoso
463046314632463346344635
temperature ottimali e zone climatiche preferite
4629
Alimentazione
Specie politrofica, la sua plasticità comportamentale è confermata dalle sue abitudini trofiche; infatti la sua dieta è molto variegata: si nutre di ogni sostanza organica disponibile, sia vegetale, sia animale. Si nutre quindi di carcasse, alghe, invertebrati, piante acquatiche, pesci, anfibi e loro uova. Nella dieta il cibo di origine animale predomina particolarmente negli esemplari immaturi, mentre i vegetali vengono assunti da tutte le classi di età. P. clarckii ha abitudini predatrici più marcate rispetto alle specie indigene europee, ed in molti paesi è ritenuto implicato nella forte riduzione di molte specie autoctone di crostacei, anfibi e pesci. P. clarckii consuma anche notevoli quantità di detrito organico, alghe e macrofite acquatiche. In condizioni si sovraffollamento la competizione alimentare innesca spesso fenomeni di cannibalismo ed aumenta la tendenza predatoria della specie verso anfibi e pesci. Da studi effettuati su popolazioni del fiume Guadiana (Spagna) la componente animale della dieta è risultata dominata da insetti, altri crostacei, molluschi e pesci.
In vasca accetta mangime granulare, verdure sbollentate, pesce congelato, lombrichi, chironomus e altri cibi congelati. Evitate di fornire pesci vivi, non è necessario.
Riproduzione e ciclo vitale
I maschi solitamente hanno una colorazione rossa (nella colorazione selvatica) molto più accentuata rispetto alle femmine e chele più possenti, e i primi due arti addominali trasformati in organi copulatori.
Femmine provviste di un ricettacolo seminale (annulus ventralis) situato alla base delle zampe posteriori, di consistenza cornea negli esemplari sessualmente maturi. I maschi adulti sono provvisti di un gancio sul terzo e quarto paio di pereopodi, usato per afferrare la femmina durante l'accoppiamento.
Procambarus clarkii ha ciclo vitale breve e possiede un'elevata fecondità, subisce un dimorfismo ciclico con esemplari sessualmente attivi in autunno, inverno e primavera ed inattivi durante i mesi estivi. La specie è in grado di riprodursi 2 - 3 volte all'anno nelle regioni tropicali, 1 - 2 volte in quelle temperate, specialmente in località soggette ad intense precipitazioni. Ogni femmina è in grado di produrre più di 600 uova per ciclo. La durata dello sviluppo embrionale dipende dalla temperatura, a 22 °C richiede circa 2 - 3 settimane, mentre si arresta a temperature inferiori ai 10 °C. In ambienti favorevoli possono essere osservate femmine incubanti o con piccoli in tutti i mesi dell'anno.
La riproduzione avviene facilmente in cattività in presenza di ambiente consono. La femmina porta le uova (oltre 500) sotto l'addome. La schiusa avviene dopo 20 - 30 giorni, e i piccoli nati rimarranno attaccati alla madre fino alla seconda muta. I neonati diventeranno autosufficienti solo quindi dopo la seconda muta, e da questo momento saranno vulnerabili agli attacchi dei genitori. La maturità sessuale viene raggiunta in natura in 3 - 5 mesi, in allevamento anche in soli 2 mesi. Gli esemplari sessualmente maturi hanno dimensioni comprese tra i 45 e poco più di 125 mm TL. La crescita è molto rapida, P. clarckii può raggiungere e superare i 50 grammi di peso in pochi mesi. Gli esemplari più grandi possono superare i 15cm TL., anche se la media è generalmente di circa 10 cm. In laboratorio la durata massima della vita del gambero rosso della Louisiana è di circa quattro anni, ma in natura supera raramente i 12 - 18 mesi.
4663 maschio di P. clarkii foto di Chiara D'Ezio
4628 giovane P. clarkii foto di Gabriele La Corte
4637 Muta ed esuvia foto di Gabriele La Corte
4661 Femmina con piccoli foto di Gabriele La Corte
Mutazioni e selezioni
Negli allevamenti sono state selezionate varietà bianche, gialle, blu, bianche, nere, e altre mutazioni si ritrovano in natura. Inoltre pare che limitando l'astaxantina nella dieta si riesca ad ottenere la colorazione blu.
4636 P. clarkii blu - foto di Gabriele La Corte
4662 P. clarkii white pearl - foto di Davide Grigoletto
Curiosità
La pesca industriale al gambero rosso della Louisiana si svolge con reti, nasse ed altre trappole per crostacei: la pesca dilettantistica può essere attuata con una semplice attrezzatura a canna semplice innescata con carne o pesce salato.
Ringraziamenti
Ringrazio Davide grigo e tutto il Gruppo Facebook: Procambarus Italia (Gamberi con la "G" maiuscola) che mi hanno fornito alcuni utilissimi consigli e le fotografie!
Bibliografia:
http://www.faunaeur.org/
http://www.uniurb.it/giornalismo/lavori2002/fedeli/index.htm
http://msn.visitmuve.it/it/ricerca/banche-dati-2/db-alloctone-laguna-e-mediterraneo/procambarus-clarkii/
BALDACCINI G.N., 1995. Considerazioni su alcuni macroinvertebrati dell’area umida di Massaciuccoli (Toscana). In: Tomei P.E., Guazzi E. (a cura), Il bacino del Massaciuccoli – IV. Pacini, Pisa: 91-113.
BARBARESI S., 2002. Proprietà invasive di Procambarus clarkii. Atti del Convegno Nazionale “La gestione delle specie alloctone in Italia: il caso della nutria e del gambero rosso della Louisiana”, Firenze.
D’ANGELO S., LO VALVO M., 2003. On the presence of the red swamp crayfish Procambarus clarkii in Sicily. Naturalista siciliano, 27 (3-4): 325-327.
DEL MASTRO G.B., 1992. Sull’acclimatazione del gambero della Louisiana Procambarus clarkii (Girard, 1852) nelle acque dolci italiane. Pianura Suppl. di Provincia Nuova, 4: 5-10.
DEL MASTRO G.B., 1999. Annotazioni sulla storia naturale del gambero della Louisiana Procambarus clarkii (Girard, 1852) in Piemonte centrale e prima segnalazione regionale del gambero americano Orconectes limosus (Rafinesque, 1817). Riv. Piem. St. Nat., 20: 65-92.
DORR J.A.M., PEDICILLO G., LORENZONI M., 2003. First record of Procambarus clarkii, Orconectes limosus and Astacus leptodactylus in Umbria. Rivista di Idrobiologia, 40 (2-3): 221-223.
GABUCCI L., PARA R., POSELLI M., 1990. Pesci e Crostacei d’acqua dolce della provincia di Pesaro-Urbino. La Pieve, Villa Verrucchio.
GHERARDI F., BALDACCINI G.N., BARBARESI S., ERCOLINI P., DE LUISE G., MAZZONI D., MORI M., 1999. Alien crayfish: the situation of Italy. Crustacean Issues, 11: 107-128.
MAZZONI D., MINELLI G., QUAGLIO F., RIZZOLI M., 1996. Sulla presenza del gambero della Louisiana Procambarus clarkii (Girard, 1852) nelle acque interne dell’Emilia-Romagna. In: Atti Conv. Naz. “Il contributo dei progetti di ricerca allo sviluppo dell’acqua nazionale”: 75-82.
http://www.ittiofauna.org/webmuseum/decapodi/cambaridae/procambarus/procambarus_clarcki/p_clarckii.htm
http://www.raiss.it/files/Il-gambero-rosso-della-Louisiana.pdf
http://www.cabi.org/isc/datasheet/67878
Gruppo Facebook: Procambarus Italia (Gamberi con la "G" maiuscola)