Ale87tv
10-08-2014, 17:01
Dreissena polymorpha (Pallas, 1771)
Classe Bivalvia
Ordine Veneroida
Famiglia Dreissenidae
Nome comune Cozza zebrata, Zebra mussel
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a9/Dreissena_polymorpha3.jpg
fonte: wikimedia
Descrizione e riconoscimento.
Bivalve di media taglia lungo circa 28 mm, di forma mitiliforme,con valve allungate di forma pressoche triangolare con l’estremità anteriore acuminata e l'estremità posteriore arrotondata. La cerniera risulta assente di denti, il legamento è posizionato all'interno e non sporgente. Il bordo delle due valve combacia perfettamente tranne nel punto dove fuoriescono il sifone inalante, il sifone esalante ed il piede. Nel piede inoltre si trova la ghiandola che secerne il bisso, formato da vari filamenti a base di cheratina, tramite il quale l’animale si fissa saldamente al substrato e ad altri esemplari.
La forma delle valve può comunque essere modificata, durante la crescita, perché l’animale si adatta allo spazio disponibile sul substrato rigido su cui si sviluppa (Kobak, 2006).
La superficie esterna delle valve è segnata da bande scure zigzaganti e irregolari (da qui il nome di “cozza zebrata” poiché il disegno ricorda le strisce della zebra) talvolta non nette su fondo giallo-verdastro o bruno. La faccia interna delle conchiglie è di colore bianco-azzurrato non madreperlaceo, sono evidenti sulla conchiglia la linea palleale e le impronte dei muscoli posteriori.
Distribuzione generale e italiana.
Originaria della zona Ponto-Caspica, D. polymorpha prosegue la sua espansione in Europa verso gli stati periferici e negli Stati Uniti dalla zona dei Grandi Laghi verso occidente. Laghi, fiumi e corsi d’acqua del nord Italia sono quasi totalmente colonizzati, mentre sono più recenti e per questo ancor più preoccupanti i dati del centro-sud (Lori & Cianfanelli, 2006; Cianfanelli, Lori & Bodon, 2008).
Ecologia e riproduzione.
I sessi in D. polymorpha sono separati e la larva è planctonica, caratteristica unica tra i bivalvi d'acqua dolce. Altra peculiarità che la rende uniche fra le
specie d’acqua dolce delle nostre latitudini è l’attitudine a formare grappoli (cluster) di molti individui che si fissano su qualsiasi substrato rigido (anche crostacei e altri bivalvi) mediante il bisso. Si riproduce tra luglio e agosto, con la femmina che espelle tra 30 mila e un milione di uova. La riproduzione in vasca è vincolata alla presenza del nutrimento in sospensione.
5129
fonte: wikimedia
Invasività e interazioni con l’ecosistema.
Secondo il Global Invasive Species Database dell’IUCN (2007), D. polymorpha risulta a livello mondiale una delle 100 specie aliene più invasive. Dalla data della prima segnalazione in Italia avvenuta nel 1970, ha invaso quasi tutti i corsi d’acqua della Pianura Padana, causando anche danni economici, con il fouling di scafi e l’ostruzione di prese d’acqua e tubature industriali.
Il suo sviluppo modifica ed altera l’habitat, a volte in maniera pesante, agendo su diversi livelli: attraverso la filtrazione ai fini alimentari, riduce sensibilmente e selettivamente il popolamento fitoplanctonico e rimuove il particolato sospeso nella colonna d’acqua sottraendolo agli organismi autoctoni. La conseguente deposizione di feci e pseudofeci sulle colonie porta ad un incremento del contenuto organico dei sedimenti. In nord america si sono arrivati a densità di 3000 esemplari per metro/quadrato, minacciando le specie di bivalvi locali.
D’altra parte, l’alto potere filtrante (circa un litro al giorno per esemplare) di Dreissena può condurre a una sottrazione di materia organica in sospensione e portare, di conseguenza, ad un impoverimento dell’ambiente idrico, che in alcuni casi può avere l’effetto apparentemente positivo di contrastare il processo di eutrofizzazione.
La tipica aggregazione in grappoli modifica le caratteristiche del substrato, cioè altera la complessità degli habitat bentonici, cosa che si può ripercuotere con profondi effetti sulle interazioni preda - predatore in quanto viene influenzata la frequenza di incontro e quindi l’efficienza di predazione (Beekey et al., 2004).
Queste modifiche possono essere anche repentine e le comunità acquatiche autoctone ne subiscono tutti gli effetti negativi.
Inoltre è stato dimostrata la sua capacità di influenzare e modificare pesantemente la comunità algale in sospensione, filtrandole selettivamente, favorendo alcune comunità di alghe unicellulari e causando fioriture algali.
Temperatura
A temperature sopra i 33°C si sono verificate perdite significative (50%) di questo bivalve. Mantenere la temperatura in vasca tra i 5 e i 25°C, meglio se con stagionalità, riproducendo un clima europeo, passando da 10°C a 20 -25° C nella stagione fredda e in quella calda.
Allevamento in acquario
Vanno evitate in acquari di acqua molto calda, e in quelli dove si allevino decapodi (procambarus, cambarellus, orconectes ecc.) che potrebbero predarla. Anche i grossi ciclidi possono costituire una minaccia per questo organismo. Le dimensioni della vasca non sono importanti, una vasca dedicata può essere allestita anche sui 20 litri, a patto di fornire alimento in sospensione sufficiente al sostentamento. Il movimento deve essere buono al fine di portare l'alimento al mollusco.
Appena inserita si sposterà fino a che non si attaccherà ad un substrato rigido.
Alimentazione
D. polymorpha si nutre filtrando organismi unicellulari (alghe verdi, ciano batteri, batteri, protozoi) e detriti organici dall'acqua. Per questa ragione è complicata un mantenimento sul lungo periodo in vasca, a meno che di non fornire fitoplacton abbondante in vasca.
Bibliografia
http://www.aolamagna.it/bivalvi-dacqua-dolce/
http://www.provincia.pistoia.it/Aree...ciaPistoia.pdf
http://www.naturamediterraneo.com/
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a9/Dreissena_polymorpha3.jpg
RICCIARDI, A., NEVES, R. J. and RASMUSSEN, J. B. (1998), Impending extinctions of North American freshwater mussels (Unionoida) following the zebra mussel (Dreissena polymorpha) invasion . Journal of Animal Ecology, 67: 613–619. doi: 10.1046/j.1365-2656.1998.00220.x
Paul D. N. Hebert, B. W. Muncaster, G. L. Mackie - Ecological and Genetic Studies on Dreissena polymorpha (Pallas): a New Mollusc in the Great Lakes - Published on the web 11 April 2011.
Henry A Vanderploeg, James R Liebig, Wayne W Carmichael, Megan A Agy, Thomas H Johengen, Gary L Fahnenstiel, Thomas F Nalepa -
Zebra mussel (Dreissena polymorpha) selective filtration promoted toxic Microcystis blooms in Saginaw Bay (Lake Huron) and Lake Erie
Published on the web 12 April 2011.
Robert F. McMahon, Thomas A. Ussery Center for Biological Macrofouling Research
Thermal Tolerance of Zebra Mussels (Dreissena polymorpha) Relative to Rate of Temperature Increase and Acclimation Temperature
Technical Report EL-95-10 February 1995
Nalepa, T., D. Schloesser. 1993. Zebra Mussels: Biology, Impact, and Control. Boca Raton, Florida, USA: Lewis Publishers.
Great Lakes Information Network, 2008. "Zebra Mussels in the Great Lakes Region" (On-line). Invasive Species in the Great Lakes Region. Accessed December 17, 2008 at http://www.great-lakes.net/envt/flora-fauna/invasive/zebra.html.
Molloy, D., A. Karatayev, L. Burlakova, D. Kurandina, F. Laruelle. 1997. Natural enemies of zebra mussels: predators, parasites, and ecological competitors. Reviews in Fisheries Science, 5/1: 27-97. Accessed December 17, 2008 at http://www.sgnis.org/publicat/rfs27.htm.
Classe Bivalvia
Ordine Veneroida
Famiglia Dreissenidae
Nome comune Cozza zebrata, Zebra mussel
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a9/Dreissena_polymorpha3.jpg
fonte: wikimedia
Descrizione e riconoscimento.
Bivalve di media taglia lungo circa 28 mm, di forma mitiliforme,con valve allungate di forma pressoche triangolare con l’estremità anteriore acuminata e l'estremità posteriore arrotondata. La cerniera risulta assente di denti, il legamento è posizionato all'interno e non sporgente. Il bordo delle due valve combacia perfettamente tranne nel punto dove fuoriescono il sifone inalante, il sifone esalante ed il piede. Nel piede inoltre si trova la ghiandola che secerne il bisso, formato da vari filamenti a base di cheratina, tramite il quale l’animale si fissa saldamente al substrato e ad altri esemplari.
La forma delle valve può comunque essere modificata, durante la crescita, perché l’animale si adatta allo spazio disponibile sul substrato rigido su cui si sviluppa (Kobak, 2006).
La superficie esterna delle valve è segnata da bande scure zigzaganti e irregolari (da qui il nome di “cozza zebrata” poiché il disegno ricorda le strisce della zebra) talvolta non nette su fondo giallo-verdastro o bruno. La faccia interna delle conchiglie è di colore bianco-azzurrato non madreperlaceo, sono evidenti sulla conchiglia la linea palleale e le impronte dei muscoli posteriori.
Distribuzione generale e italiana.
Originaria della zona Ponto-Caspica, D. polymorpha prosegue la sua espansione in Europa verso gli stati periferici e negli Stati Uniti dalla zona dei Grandi Laghi verso occidente. Laghi, fiumi e corsi d’acqua del nord Italia sono quasi totalmente colonizzati, mentre sono più recenti e per questo ancor più preoccupanti i dati del centro-sud (Lori & Cianfanelli, 2006; Cianfanelli, Lori & Bodon, 2008).
Ecologia e riproduzione.
I sessi in D. polymorpha sono separati e la larva è planctonica, caratteristica unica tra i bivalvi d'acqua dolce. Altra peculiarità che la rende uniche fra le
specie d’acqua dolce delle nostre latitudini è l’attitudine a formare grappoli (cluster) di molti individui che si fissano su qualsiasi substrato rigido (anche crostacei e altri bivalvi) mediante il bisso. Si riproduce tra luglio e agosto, con la femmina che espelle tra 30 mila e un milione di uova. La riproduzione in vasca è vincolata alla presenza del nutrimento in sospensione.
5129
fonte: wikimedia
Invasività e interazioni con l’ecosistema.
Secondo il Global Invasive Species Database dell’IUCN (2007), D. polymorpha risulta a livello mondiale una delle 100 specie aliene più invasive. Dalla data della prima segnalazione in Italia avvenuta nel 1970, ha invaso quasi tutti i corsi d’acqua della Pianura Padana, causando anche danni economici, con il fouling di scafi e l’ostruzione di prese d’acqua e tubature industriali.
Il suo sviluppo modifica ed altera l’habitat, a volte in maniera pesante, agendo su diversi livelli: attraverso la filtrazione ai fini alimentari, riduce sensibilmente e selettivamente il popolamento fitoplanctonico e rimuove il particolato sospeso nella colonna d’acqua sottraendolo agli organismi autoctoni. La conseguente deposizione di feci e pseudofeci sulle colonie porta ad un incremento del contenuto organico dei sedimenti. In nord america si sono arrivati a densità di 3000 esemplari per metro/quadrato, minacciando le specie di bivalvi locali.
D’altra parte, l’alto potere filtrante (circa un litro al giorno per esemplare) di Dreissena può condurre a una sottrazione di materia organica in sospensione e portare, di conseguenza, ad un impoverimento dell’ambiente idrico, che in alcuni casi può avere l’effetto apparentemente positivo di contrastare il processo di eutrofizzazione.
La tipica aggregazione in grappoli modifica le caratteristiche del substrato, cioè altera la complessità degli habitat bentonici, cosa che si può ripercuotere con profondi effetti sulle interazioni preda - predatore in quanto viene influenzata la frequenza di incontro e quindi l’efficienza di predazione (Beekey et al., 2004).
Queste modifiche possono essere anche repentine e le comunità acquatiche autoctone ne subiscono tutti gli effetti negativi.
Inoltre è stato dimostrata la sua capacità di influenzare e modificare pesantemente la comunità algale in sospensione, filtrandole selettivamente, favorendo alcune comunità di alghe unicellulari e causando fioriture algali.
Temperatura
A temperature sopra i 33°C si sono verificate perdite significative (50%) di questo bivalve. Mantenere la temperatura in vasca tra i 5 e i 25°C, meglio se con stagionalità, riproducendo un clima europeo, passando da 10°C a 20 -25° C nella stagione fredda e in quella calda.
Allevamento in acquario
Vanno evitate in acquari di acqua molto calda, e in quelli dove si allevino decapodi (procambarus, cambarellus, orconectes ecc.) che potrebbero predarla. Anche i grossi ciclidi possono costituire una minaccia per questo organismo. Le dimensioni della vasca non sono importanti, una vasca dedicata può essere allestita anche sui 20 litri, a patto di fornire alimento in sospensione sufficiente al sostentamento. Il movimento deve essere buono al fine di portare l'alimento al mollusco.
Appena inserita si sposterà fino a che non si attaccherà ad un substrato rigido.
Alimentazione
D. polymorpha si nutre filtrando organismi unicellulari (alghe verdi, ciano batteri, batteri, protozoi) e detriti organici dall'acqua. Per questa ragione è complicata un mantenimento sul lungo periodo in vasca, a meno che di non fornire fitoplacton abbondante in vasca.
Bibliografia
http://www.aolamagna.it/bivalvi-dacqua-dolce/
http://www.provincia.pistoia.it/Aree...ciaPistoia.pdf
http://www.naturamediterraneo.com/
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a9/Dreissena_polymorpha3.jpg
RICCIARDI, A., NEVES, R. J. and RASMUSSEN, J. B. (1998), Impending extinctions of North American freshwater mussels (Unionoida) following the zebra mussel (Dreissena polymorpha) invasion . Journal of Animal Ecology, 67: 613–619. doi: 10.1046/j.1365-2656.1998.00220.x
Paul D. N. Hebert, B. W. Muncaster, G. L. Mackie - Ecological and Genetic Studies on Dreissena polymorpha (Pallas): a New Mollusc in the Great Lakes - Published on the web 11 April 2011.
Henry A Vanderploeg, James R Liebig, Wayne W Carmichael, Megan A Agy, Thomas H Johengen, Gary L Fahnenstiel, Thomas F Nalepa -
Zebra mussel (Dreissena polymorpha) selective filtration promoted toxic Microcystis blooms in Saginaw Bay (Lake Huron) and Lake Erie
Published on the web 12 April 2011.
Robert F. McMahon, Thomas A. Ussery Center for Biological Macrofouling Research
Thermal Tolerance of Zebra Mussels (Dreissena polymorpha) Relative to Rate of Temperature Increase and Acclimation Temperature
Technical Report EL-95-10 February 1995
Nalepa, T., D. Schloesser. 1993. Zebra Mussels: Biology, Impact, and Control. Boca Raton, Florida, USA: Lewis Publishers.
Great Lakes Information Network, 2008. "Zebra Mussels in the Great Lakes Region" (On-line). Invasive Species in the Great Lakes Region. Accessed December 17, 2008 at http://www.great-lakes.net/envt/flora-fauna/invasive/zebra.html.
Molloy, D., A. Karatayev, L. Burlakova, D. Kurandina, F. Laruelle. 1997. Natural enemies of zebra mussels: predators, parasites, and ecological competitors. Reviews in Fisheries Science, 5/1: 27-97. Accessed December 17, 2008 at http://www.sgnis.org/publicat/rfs27.htm.